La vita prenatale
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  ♥   LA VITA NELLA PANCIA DELLA MAMMA vita prenatale

La vita non ha inizio al momento della nascita, ma è un continuum che origina dal momento del concepimento.

Con il progredire della ricerca sempre più scopriamo la meraviglia della vita in utero, una vita intensa, sia fisicamente che emotivamente, che cresce con il progredire della gravidanza.
Il dialogo che il piccolo intrattiene con la mamma, e attraverso di lei con il mondo esterno, mostra una straordinaria complessità.

Per troppi anni, il bambino in età prenatale è stato considerato nella cultura occidentale un essere indifferenziato, dotato di un corpo ma non di un’anima; un essere incapace di vedere, di sentire, di comunicare; un organismo passivo ed insensibile, incapace di relazionarsi con il mondo esterno, in grado di raggiungere certe abilità di comportamento solo dopo la nascita.

Le numerose ricerche scientifiche che in questi anni hanno indagato la vita prenatale, hanno permesso di scoprire che il nascituro ha una vita intrauterina complessa ed imprevedibile.

Egli è dotato inoltre di una sua specifica individualità stabile nel tempo, in cui le precoci abilità sensoriali, trovano il loro naturale sviluppo in un rapporto di continua interazione con l’ambiente esterno.

Lo sviluppo dei 5 sensi

Il tatto è il primo senso a funzionare nel periodo prenatale. Il feto risponde riflessivamente al tocco sulle labbra intorno all’8a settimana di gestazione. La risposta agli stimoli tattili si diffonde dalle guance alla fronte, agli arti. Gli ultrasuoni dimostrano che fin dalla 14a settimana di gestazione il feto è in grado di succhiare.

L’udito comincia prima di quanto si potrebbe pensare: alla 16a settimana di gestazione, sebbene l’orecchio si formi completamente intorno alla 24a settimana. E’stato visto che dalla 22a settimana di gestazione il feto ha una reazione di soprassalto o di arresto quando gli viene proposta una musica ad alto volume attraverso la parete uterina.

Anche il senso della vista si sviluppa prima della nascita, sebbene le palpebre rimangano fuse dalla decima fino alla 26a settimana di gestazione. Ciononostante i bambini nel grembo materno reagiranno ad un flash puntato sull’addome della madre. Al momento della nascita la vista è sviluppata anche se non ancora perfetta, ma sicuramente adeguata a rispondere alle esigenze immediate.

Bevendo il liquido amniotico, a partire dalla 15a settimana, il bambino inizia a sviluppare il senso del gusto e può assaggiare il cibo ingerito da sua madre. Di solito ingerisce più liquido quando la madre ha consumato cibi dolci e meno se sono amari. Questo liquido ha il compito di aiutare il suo sistema digestivo. Si forma a partire dalla 4a settimana di gravidanza e serve per nutrire, riscaldare e proteggere il feto.

Entro l’11a settimana di gravidanza si sviluppa il senso dell'olfatto e poco più avanti si formano le narici (15a settimana).
Infatti il feto inizia a starnutire in quanto qualsiasi piccola molecola che percepisce attraverso la respirazione può causare questo spasmo involontario. Attraverso l'odore del liquido amniotico il piccolo impara a riconoscere l’odore della mamma.

Il rapporto con il mondo esterno

E’ oggi accertato che il nascituro sente e riconosce la voce della sua madre e che sembra addirittura ricordarne le parole! Da una serie di esperimenti è stato visto che il neonato che riascolta la voce della sua mamma ha una suzione più tranquilla e meno agitata rispetto a se gli viene proposta la voce di un estraneo.

L’apprendimento della lingua materna, dei suoni tipici che la caratterizzano, quella che parliamo con più disinvoltura e appropriatezza, inizia già dal quinto mese di gravidanza. Recenti studi hanno mostrato come il pianto del neonato alla nascita imita le tonalità della lingua materna.  I piccoli francesi piangono esprimendo toni crescenti, e i tedeschi invece toni calanti, rispecchiando le modalità sonore delle lingue delle rispettive mamme.

Il bimbo nel pancione ascolta, risponde e reagisce agli stimoli musicali. "Cantando" e "ballando" al ritmo di quello che percepisce. Già alla 16a settimana di gravidanza è possibile registrare movimenti del corpo e della bocca del feto mentre ascolta la musica.

Fin dalla gestazione quindi, il bambino è in grado di vedere, udire, di fare esperienze, di toccare, di apprendere, ma soprattutto è in grado di provare sensazioni e di rispondere agli stimoli interni ed esterni di pericolo, di sofferenza e di dolore, e di attivare i suoi sistemi di allarme e di difesa.

Il dialogo fra il piccolo e la sua mamma

Sia in fase di veglia che in fase di sonno, un feto è costantemente sintonizzato con ogni azione, pensiero e sentimento della propria madre. Dal momento del concepimento, l’esperienza intrauterina forgia il cervello e getta le basi per la personalità, il temperamento e le capacità del pensiero.

La qualità della gravidanza e degli stimoli, anche uditivi, che il feto riceve condizionano la sua salute fisica ed emotiva.

Allora è importante domandarsi non tanto cosa diciamo, ma di che qualità siano i suoni che mandiamo al nostro bambino. Ciò che passa, sotto e prima del contenuto delle parole è sempre il tono, il ritmo, il volume e con essi l’intenzione.

Da recenti ricerche  è emerso che al variare della frequenza cardiaca materna, varia significativamente anche la frequenza cardiaca fetale, sia nella condizione di attivazione che di rilassamento.
Le condizioni di stress cronico in gravidanza possono influenzare, attraverso la mediazione ormonale, la futura reattività del feto. L’esposizione ad influssi ormonali abnormi durante la vita embrionale può influenzare il comportamento e le risposte biologiche dopo la nascita.

L’unione, il legame affettivo, la relazione primaria tra madre e figlio hanno origine nella fase prenatale e si consolidano successivamente dopo la nascita. La coppia e l’ambiente familiare hanno un’elevata influenza sulla vita del nascituro. E’ proprio nei nove mesi di gravidanza che il nascituro riceve i primi condizionamenti e subisce i primi traumi che, se non eliminati, in futuro continueranno ad agire e produrre uno stato di disagio e malessere.

“ Io credo che tutti noi iniziamo la nostra vita come persone buone e capaci di amare ma, spesso questo stato iniziale viene corrotto da tutta una serie di tossine nell’utero nella fase prenatale. Se tutti noi potessimo concepire i nostri figli in una situazione di amore, e nutrirli nel ventre con amore, e crescerli in una situazione d’amore e di rispetto, una volta che questi bambini saranno diventati adulti, restituirebbero al mondo ciò che hanno ricevuto, ma in quantità superiore……
Credo sia necessario ricordare che il modo in cui noi trattiamo i nostri figli sarà il modo in cui loro tratteranno noi e che, se desiderate avere un mondo migliore, un mondo di pace, un mondo abitato da persone buone, dobbiamo iniziare a comportarci positivamente nei confronti dei nostri figli dal momento del concepimento in poi”

Thomas Verny
SEDE
AICIP Bolzano
via dei vigneti 34,
Bressanone (BZ)

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