Fin da prima che nasca il nostro bambino ci chiediamo: sarò una buona madre? Quella
di crescere un figlio è una grande responsabilità che può portare con sé anche innumerevoli ostacoli, difficoltà e
ansie. La responsabilità nei confronti del piccolo è grande e proprio per questo motivo pensiamo spesso di non essere all’altezza di una missione di vita così importante.
Queste paure ed ansie, associate ai bruschi cambiamenti ormonali, determinano comunemente nelle mamme l'insorgere di
maternity blues e solo in
alcuni casi può sfociare nella
depressione post partum.
Qual è la differenza fra maternity blues e depressione post partum?
La condizione di
maternity blues è anche detta
sindrome del terzo giorno, infatti emerge tipicamente 2-3 giorni dopo il parto e scompare entro un decina di giorni circa.
È caratterizzata da
ansia, frequente
pianto,
stanchezza, ipersensibilità, instabilità dell’umore, tristezza,
confusione.
il Maternity blues è la condizione emotiva puerperale più comune tra le neo mamme, con stime che vanno
dal 30 al 75%.
I bruschi
cambiamenti ormonali che avvengono subito dopo il parto e riguardano la riduzione dei livelli di estrogeni e progesterone
contribuiscono all’insorgenza di questa sindrome.
Tra i vari fattori psicologici che possono far aumentare il rischio di insorgenza del Maternity blues sono stati evidenziati precedenti episodi di depressione, aver sofferto di depressione post-partum, eventi di vita stressanti durante la gravidanza.
Anche un
parto stressante o traumatico, la limitazione dell’autonomia fisica dovuta al taglio cesareo possono contribuire.
Tuttavia è importante che venga riconosciuto e monitorato perché tale sindrome rappresenta un fattore di rischio per l’insorgenza della depressione post-partum che, secondo la letteratura scientifica, si associa al Maternity
Blues nel 20-40% dei casi.
La
depressione post partum invece, si distingue innanzi tutto dal fatto che lo stato di umore alterato
dura molto di più di 10 giorni, la mamma tende a non rasserenarsi, continua ad essere nervosa, irritabile, triste o non volersi occupare del bambino, avere disturbi del sonno o dell’alimentazione per più di due settimane.
A volte la depressione inizia a manifestarsi anche tre, quattro mesi dopo il parto.
La condizione di depressione può avere effetti significativi e negativi
sulla vita della mamma e del bambino. Infatti è stato riscontrato che i bambini di mamme depresse sono esposti a maggiori rischi dello sviluppo psicologico ed intellettivo. Questi iniziano infatti a manifestare
irrequietezza o
disturbi del sonno, del pianto o dell’alimentazione.
Prendersi cura della mamma
Occuparsi di neonati e di bambini non è un lavoro per una persona
singola. Se il lavoro deve essere fatto bene e se si vuole che la persona che
primariamente si occupa del bambino non sia troppo esausta, chi fornisce le cure
deve a sua volta ricevere molta assistenza.
Il maternity blues è una condizione che scompare da
sola, quello che si può comunque fare per il benessere di mamma e bambino è di
sostenerli, dare alla mamma la possibilità di sfogare i propri sentimenti e le
paure, sostenerla e ascoltarla. Inoltre risulta essere molto efficace il
contatto pelle a pelle col neonato.
Nel caso di depressione, oltre all’atteggiamento di
calore, sostegno e accoglienza, è importante
rivolgersi ad uno
specialista che provvederà a prendersi cura della mamma attraverso un
sostegno o una terapia adeguata al caso specifico.
Scala di
Edimburgo
La
Edinburgh Postnatal Depression Scale
(Scala di Edimburgo) è uno strumento progettato per
valutare la presenza e la gravità dei sintomi depressivi nelle donne dopo il parto.
È stato sviluppato da John Cox e Jeni Holden nel 1987 ed è stata una risorsa ampiamente utilizzata.
È l’unico test di screening attualmente riconosciuto a livello internazionale. La sua applicazione può rivolgersi a popolazioni di origini etniche diverse. Il test non costituisce di per sé una diagnosi di dpp
(depressione post parto), ma può essere un punto da cui partire.
E' un test di
autovalutazione. E’ possibile dunque svolgerlo in assenza di
un clinico
ma è puramente indicativo e serve a valutare, in maniera
preliminare, l'insorgenza di fenomeni di depressione post-partum.
Il test, nato
per essere somministrato nel periodo post-natale. ha dimostrato la sua efficacia anche
nella somministrazione durante il periodo di gestazione.
Per una diagnosi accurata, rivolgersi a un clinico.
Inizia il test »