Sindrome del bambino scosso
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  ♥   Non scuoterlo! SBS

Nella maggior parte dei casi  i genitori agiscono senza una chiara consapevolezza dei gravi danni che possono arrecare.

La delicatezza dell'encefalo di un lattante è tale per cui le conseguenze che ne possono derivare possono essere anche molto gravi.

Le caratteristiche del neonato e del lattante

Nelle prime fasi di sviluppo abbiamo un mancato controllo del capo e una sproporzione tra capo e corpo che rendono i bambini particolarmente vulnerabili all'azione di scuotimento ed alle forze di accelerazione, decelerazione e rotazione conseguenti.
Le conseguenze dello scuotimento, anche se di pochi secondi, possono essere infauste e letali.
Quando un bambino viene scosso il capo si sposta violentemente avanti e indietro, la testa e il cervello subiscono forze di accelerazione e decelerazioni, che causano l’impatto dell’encefalo contro l’osso frontale e quello occipitale, con relativo danno lacero contusivo, sanguinamento o rigonfiamento (edema).
Il cervello del lattante contiene una maggiore percentuale di acqua e una minor mielinizzazione rispetto ad un cervello adulto; è inoltre più gelatinoso e viene facilmente compresso e deformato all’interno del cranio durante lo scuotimento.

Cosa si può fare?

Le normali attività di gioco come far saltellare un lattante sulle ginocchia o sollevarlo in aria non possono causare lesioni. Ma è importante sapere quanto uno scuotimento più vigoroso del capo possa essere pericoloso.

Cosa NON si può fare?

Scuotere, più o meno vigorosamente, il bambino tenendolo per il tronco, in questo caso il capo subisce rapidi movimenti di rotazioni e quindi il contenuto della cavità del cranio o encefalo (cervello, cervelletto e midollo allungato) va incontro a rapida accelerazione e decelerazione con trauma contusivo contro la scatola cranica, lesione dei nervi e rottura dei vasi sanguigni con emorragie.

Sindrome del bambino scosso o shaken baby syndrome

La Sindrome del bambino scosso è una delle forme più gravi di maltrattamento fisico del neonato e del lattante, rappresentando la prima causa di morte per abuso.
Prevalentemente è intrafamiliare e la maggior parte dei casi si verifica nel primo anno di vita, con una maggior frequenza nei primi sei mesi.

Spesso sono fattori di rischio:

Giovane età della mamma
Stato depressivo
Disagio socio-economico
Utilizzo di sostanze d'abuso
Basso livello culturale
Precedenti episodi di maltrattamenti in famiglia.



Il pianto inconsolabile: un fattore di rischio

Il pianto inconsolabile del bambino è una tra le prime cause dello scuotimento.

Molto spesso i genitori arrivano a questi gesti estremi perché già fortemente provati dalla stanchezza e dal sentirsi inadeguati a risolvere le cause del pianto.
Il pianto nel neonato e nel lattante è fisiologico ma non deve essere ignorato: più vengono compresi, ascoltati e presi in braccio, più diminuisce il pianto.

CONCLUSIONI

E' fondamentale diffondere quanto più possibile la conoscenza del fenomeno per le sue conseguenze sulla salute del bambino.
Oltre ai casi di vero e proprio maltrattamento con esiti nefasti, ritroviamo anche casi di ‘media intensità’ che comunque portano a conseguenze quali: disturbi dell’apprendimento, disturbi cognitivi, disturbi comportamentali, attacchi epilettici, ritardi nello sviluppo psicomotorio.

Perentorio quindi deve essere il messaggio: NON SCUOTERLO!

Quando la causa è il nervosismo e l'angoscia del genitore davanti al pianto inconsolabile del bambino l'unica cosa da NON fare è scuoterlo. Non solo non ridurrà il pianto ma avrà effetti dannosi sulla salute del bambino.

3 buone notizie per i genitori:

1. il pianto è fisiologico, molto raramente è causato da patologie
2. Il tempo in cui il bambino piange tende a diminuire con i mesi
3. è possibile apprendere come gestire il pianto



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